East is East


La storia si svolge nei primi anni '70. La famiglia Khan vive nel piccolo sobborgo inglese di Salford. Il padre George, pakistano gestisce un negozio di fish & chips, ha una moglie inglese che gli ha dato sette figli. I figli sono stati educati all’insegna della più scrupolosa osservanza religiosa e della rigorosa obbedienza al capofamiglia. George Khan da un lato vuole che i figli facciano strada all’interno della società britannica, dall’altro non ammette che ci si adagi nei corrotti costumi occidentali, rifuggendo dalle tradizioni della cultura pakistana e della religione islamica. Una simile situazione ha causato tensioni, incomprensioni e conflitti. La vita dei sette figli non è per nulla facile: il più grande per evitare un matrimonio combinato scappa di casa e viene “cancellato” dal padre, Saleem finge di studiare ingegneria per dedicarsi all’arte e realizzare imbarazzanti sculture iperrealiste, Meenah non è proprio persuasa che il ruolo della donna sia quello tradizionale, per il più piccolo Sahaid, che ha una difficile e fragile relazione con il mondo (da cui si protegge con un cappotto che non si toglie mai), la circoncisione imposta rappresenta un trauma, due altri figli grandi procedono con cautela in un’integrazione con il mondo esterno (il pub, la discoteca, le ragazze inglesi, il quartiere, …) e un’adesione superficiale al contesto etnico-religioso deciso dal padre (la moschea, i divieti alimentari, …), solo uno dei figli ha una sincera fede islamica e una reale devozione al padre. La rottura definitiva del fragile equilibrio familiare avviene quando George decide di far sposare a due dei suoi figli, le eredi di un macellaio connazionale, scatenando la reazione della moglie per troppo tempo vittima. 

East is East è una commedia, ma denuncia argomenti gravi come l’incapacità di accettare la diversità, l’impossibilià di credere in un'integrazione pacifica, i rituali imposti con il pugno di ferro e le violenze domestiche.

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