la solitudine e il bullismo

LA SOLITUDINE 

la solitudine non è necessariamente un’esperienza negativa
Tutti hanno vissuto la solitudine, in modi e intensità diverse. Talvolta stare senza contatto con gli altri può essere piacevole soprattutto se è per nostra scelta e se possiamo tornare in contatto con gli altri.

Si può essere distanti dagli altri fisicamente oppure emotivamente
Non serve essere fisicamente isolati dagli altri per sentirsi soli: anche in un luogo dove entriamo in contatto con molte persone possiamo sentirci soli, perché siamo incapaci di entrare in relazione con gli altri. Frequentemente le persone che ne soffrono sono in una condizione economica e sociale svantaggiata ma anche una persona che gode di stima e successo può sentirsi sola, come è successo ad alcuni VIP.

La solitudine nell’adolescenza 
Nei giovani la situazione di solitudine è causata dalla difficoltà di comunicazione con i genitori e dalla scarsa accettazione da parte dei compagni e degli amici. 
La situazione peggiora quando si decide di reagire chiudendosi ancora di più. L’adolescenza, infatti, è l’età in cui le relazioni con gli altri sono frequenti, ma anche l’età dove la sensazione di solitudine è intensa. 
Le femmine sono più sensibili alla solitudine è l’affrontano attraverso la confidenza e il contatto con le amiche. 
I maschi sono più sensibili all’isolamento dal gruppo di coetanei e l’affrontano partecipando ad attività comuni.

IL BULLISMO

abbiamo visto che il conformarsi a regole e a comportamenti, in un gruppo, è fenomeno del tutto normale e anche fondamentale in ambito di tipo sociale.

le dinamiche di gruppo determinano conseguenze negative

il bullismo e il fenomeno in cui una persona viene scelta per essere maltrattata, umiliata e terrorizzata da una o più persone. 
questo nel particolare accade in gruppi giovanili e nelle scuole.
in altri contesti il bullismo viene nominato diversamente per esempio : nelle caserme si chiama nonnismo, viene solitamente scelta una persona in uno stato di svantaggio 

nel bullismo entrano delle dinamiche di gruppo: la vittima è il carnefice sono i protagonisti e poi c’è il pubblico che solitamente sostiene il carnefice silenziosamente

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