Kingdom of the Ill



Il 17 febbraio 2023 i miei compagni di classe sono andati a osservare una mostra di nome "Kingdom of the ill" al Museion. Illustrava distinti esempi di opere realizzate da più di 20 artisti che si occupavano di tematiche come la salute, malattia, cura, infezione, tecnologia e inquinamento. 
Al piano terra erano state esposte le opere di Erin M. Riley e Ingrid Hora. Erin M. Riley creò storie di tossicodipendenze e terapie come in "Narcan in Hell 2". Inoltre fece arazzi con immagini riguardanti relazioni, ricordi e traumi. Mentre Ingrid Hora realizzò una serie di piccoli pezzi di argilla rossa con le impronte delle mani. L'opera prese il nome di "Collective Effort" che comunicava il messaggio di unicità e il cambiamento nel mondo attraverso la collaborazione di tutti.
Al primo piano si poteva osservare l'opera di Lynn Hershman Leeson. Egli sviluppò l'opera "Twisted Gravity" creando varie tecnologie per affrontare l'inquinamento idrico. Sullo stesso tema e lo stesso piano, un lavoro fotografico di Mattia Marzorati documentava con "The Land of Holes", una delle zona più inquinate d’Italia vicino a Brescia.
Invece al secondo piano si potevano curiosare molte altre opere. Ad esempio l’inquietante installazione di P. Staff "Acid Rain for Museion" effettuata da tubi di metallo che facevano cadere gocce di acido a contenitori d'acciaio. Oltre a ciò era possibile guardare il video della nonna di Johanna Hedva sofferente di Alzheimer mentre leggeva ricevute mediche. Julia Frank, invece, costruì 3 sculture di plastica usata per creme, saponi e trucchi che vengono usate inconsapevolmente 
Infine al terzo piano era possibile vedere 3 diverse opere. Il primo si chiamava "Genital (*) Panic" ed era a forma di ambulatorio in cui si vedeva un video che riguardava l'identità di genere. Il secondo, organizzato da Barbara Gamper, trattava di come la musica è in grado di guarire persone ammalate. Infine la terza opera esponeva delle erbe favorevoli al benessere delle donne durante il ciclo e la menopausa progettata da Juliana Cerqueira Leite e Zoë Claire Miller.
La mostra mi è sembrata molto interessante. Si notano chiaramente le differenze fra il mondo dei salutari e le persone malate e anche come curarle e farle stare meglio. Alcuni di questi artisti stavano male o sono malati e raccontano aspetti della loro esperienza in modo artistico e altri sono attivisti che cercano di affrontare tematiche diventate ancora più diffuse dopo una situazione post-pandemia.

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